Aprile 2020. il mondo si ferma a causa di una pandemia. I lockdown e lo smartworking lasciano il tempo per riconsiderare le priorità della vita. Cristina ha 39 anni, insegnante di inglese, intelligente, gran lavoratrice. È single e vuole diventare mamma. Non vuole un marito, non vuole un compagno. Vuole solo un figlio: che sia un imperativo biologico o altro non ha importanza, ha il diritto di farlo. O perlomeno “dovrebbe” avere il diritto di farlo. Trova sostegno dell’unica sua sorella: insieme intraprenderanno un viaggio a dir poco assurdo in un ginepraio di insulse burocrazie e inghippi di ogni tipo, fino a giungere ai margini dell’illegalità. Eppure, nonostante gli ostacoli politici e legislativi, i bambini nati per effetto del cosiddetto “turismo procreativo” sono in costante crescita e chi decide di parlarne fa parte della solita punta dell’iceberg. L’autrice ha scelto di raccontare questa esperienza con uno stile volutamente provocatorio e a tratti politicamente scorretto. E pazienza se molti storceranno il naso, il progetto ha un respiro più ampio dei vari guizzi d’indignazione.
Pag.78 – Isbn 978-88-68927-15-8
Copertina: Enrico mazzone
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