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MARICA ROBERTO, VINCITRICE DEL PREMIO MONTAG, SEZIONE POESIA: TUTTE LE BUGIE E TUTTE LE VERITÀ UNITE DALL’INTIMITÀ DEL VERSO

“Il tempo non [r]esiste” è la silloge vincitrice della terza edizione del Premio Internazionale Montag per la sezione poesia. Un’opera sorprendente, a suo modo, che ci ha conquistati fin da subito. Un viaggio nel tempo e nei ricordi che rifiutano di scomparire, perché questa è la magia di una vita che è possibile far riemergere e come, incredibilmente, si possa giocare col tempo fino a mettere alla prova la sua capacità di esistere e resistere.

Marica, dicci qualcosa di te.

Una vita mobile, figlia di siciliani, cresciuta a Reggio Calabria, volata al Nord per il teatro, tornata al Sud nella casa avita. Qui inizio a scrivere, divento Architetta, lascio la laurea nel cassetto e vengo stregata dal tango, dai tangueros e dall’Argentina. Infine approdo nella capitale con la creazione della mia Compagnia – Attori&Musici – per cui scrivo, dirigo e interpreto gli spettacoli. Ora mi si aprono nuovi e più recenti sguardi sulle cose, che sono certa mi porteranno nel migliore dei luoghi possibili, quello interiore.

In dieci parole: perché dovremmo leggere la tua silloge?

Per tenere un libricino accanto al letto: stasera vuoi sapere d’amore? Scegli una poesia e risuona con me. Ti senti solo o sola? Non lo sei, ci sono anche io. Una lieve malinconia ti prende la pancia? Falla vivere leggendo una poesia. Vuoi sospendere il tempo per qualche istante? Entra ne “Il tempo non [r]esiste!”

La tua strada per la scrittura è fatta di …

Inciampi, voli, fatica, domande, riflessioni, percorsi, cambi, prove, sfide, irrinunciabilità.

Quanto c’è di Marica in queste poesie?

Ci sono tutte le mie bugie e tutte le verità. Non ho ancora capito se mi accosto a me con fare ingigantito

o se la poesia è l’unico modo che riesca a svelare il sentire più profondo, quello che ci si racconta poche volte, o che lasciamo addormentato nel sogno.

Come nasce la Marica poetessa?

Credo che la poesia sia una dotazione dell’anima, nasce insieme a noi. Da ragazzina facevo i primi esperimenti, amavo dirla, leggerla, studiarla. Ne ho poi fatto la mia compagna di viaggio e di case, attraverso il tempo. Finché ho iniziato a domandarmi: “Cos’è la poesia? Queste cose che scrivo sono poesia?”. Quindi ho osato, ed eccomi qui.

Scrittrice, poetessa, attrice teatrale, drammaturga, regista… Quale peso dai alla parola scritta nella tua vita così dedicata alla creatività “espressiva”?

Un peso sempre crescente, leggero e appassionante. A parte il breve atto poetico, non avrei mai detto, da attrice, che il palco fosse conciliabile con l’intimità della scrittura, sembrava proprio un’attitudine tutta diversa. Invece scrivere i lavori che poi metto in scena è una esperienza profonda ed esaltante, un arricchimento incredibile della capacità di attrice e di comprensione dei testi.

Come ci si sveglia il giorno dopo aver vinto un premio?

Emozionata, pudica, impaurita e felice. E allora, visto che scrivere è condividere, attraversiamo il tempo leggendo le liriche di Marica, colei che ha osato.

Il libro lo trovate cliccando QUI


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