“California sun” è un romanzo particolare. Generazionale, verrebbe da dire, nel suo essere fantastico. Un libro che stimola i sensi nel suo rincorrersi tra presente e futuro, in un buio perenne annidato nell’anima più che nel cielo. E ricco di spunti, citazioni, rimandi che sorprendono e incuriosiscono, proprio come l’autore.
Alberto, dicci qualcosa di te.
In realtà non c’è molto da dire: sono un ragazzo troppo poco cresciuto, come tanti. Patito di musica e cinema. Lettore di fumetti e libri da lunga data. Sono un collezionista (o “accumulatore seriale” se decidete di essere meno gentili con me). Ultimamente mi sono appassionato ai tarocchi.
Cinema, arte, fotografia… Un rapporto solido e duraturo si direbbe.
Sì, sono appassionato di cinema da quando posso ricordare, tanto che credo da piccolo volessi fare l’attore. Poi nel tempo era diventato fare il regista e così via. L’arte intesa strettamente come “quella dei musei” è venuta dopo, probabilmente intorno ai 18 anni quando in inter rail a Berlino ho visto per la prima volta i quadri del MOMA di New York in trasferta. Ma per me arte vuol dire un sacco di cose: una tavola di un fumetto particolarmente dinamica, una foto scattata al momento giusto, una nota di chitarra che va a toccarti un nervo scoperto. Difficilmente faccio troppe distinzioni fra arte “Alta” e “Bassa”.
In poche parole “Californi sun” e perché dovremmo leggerlo.
È una storia semplice ma ben strutturata. Dice quello che deve dire. È auto conclusiva. In verità volendo, avrei anche diverse idee per prequel, sequel e spin off, ma la storia sta parecchio bene anche così. E poi ti prende, devi leggerla e non ti lascia andare. Ancora mi piace parecchio.
La tua strada per la scrittura è fatta di…
Quando funziona a modo, la strada per la scrittura, non solo la mia ma credo quella di tutti, è data da costanza e ispirazione. Hai una storia da raccontare e dai il tuo meglio per farlo, nel migliore modo in cui puoi farlo. Di ispirazione in questo periodo ne ho parecchia, la costanza qualche volta viene a mancare, ma ci sto lavorando.
Quanto c’è di Alberto, e cosa, in queste pagine?
Beh, il libro ovviamente è di finzione ma ci sono diversi elementi che mi appartengono. In California ci ho vissuto per diverso tempo, e parecchi dei posti descritti nel libro li ho vissuti in prima persona. Sicuramente alcuni tratti caratteriali dei personaggi descritti si avvicinano a un qualche mio modus operandi e molte opinioni del libro possono avvicinarsi alle mie. Tra l’altro se ci fate caso, mi sono inserito nel libro, in una piccola citazione. Dovete cercarmi per bene.
Come nasce l’Alberto scrittore?
Le prime cose che ricordo di aver scritto sono canzoni e poesie nel periodo dell’adolescenza. Di tanto in tanto ancora scrivo sia le une che le altre. Poi negli anni dell’università ho cominciato a scrivere sia racconti brevi (grazie anche a un formativo corso di scrittura creativa) e sceneggiature cinematografiche. Mi sono deciso ad andare per la strada del romanzo solo più tardi, intorno ai 30 anni. E devo dire che è una strada che mi piace molto percorrere.
Perché un romanzo di matrice fantastica?
Il fantastico fa parte di me come lo è il divano su cui sono seduto in questo momento. Parecchi dei miei generi preferiti ci rientrano. Sono fermamente convinto che attraverso la lente del fantastico siamo decisamente meglio equipaggiati per decodificare la vita, e ad affrontare le tristi prospettive che spesso questa ci presenta. Il reale può essere così scomodo a volte. E dato che ci viviamo tutti i giorni, quando scrivo spesso tendo ad allargarmi su altri territori.
Curiosità: i tuoi autori e autrici di riferimento e tre romanzi che consideri imprescindibili. Veramente una domanda difficile. Mi piacciono così tanti autori e libri che ridurre a tre nomi è sempre un gioco crudele. Ma ci provo. Leggo sia autori Italiani che internazionali, ma se devo tendere a tre nomi, quelli che considero imprescindibili fra quelli che ho letto, penso che mi muoverò più in territori anglo-americani. Stephen King senz’altro, e “IT” è probabilmente uno dei miei libri preferiti. Nella mia adolescenza ho adorato “Il Giovane Holden” di Salinger, di cui tra l’altro adoro lo stile ancora oggi. “Catcher in the Rye” è uno dei libri citati in “California Sun”. Come terzo titolo e autore vado nel fantasy puro. Il Professor Tolkien e il suo capolavoro “Il Signore degli Anelli”, di un lirismo da palpitazioni. Oltre a essere ancora oggi una lettura imprescindibile, ha ispirato talmente tante cose che mi piacciono, che era impossibile non metterlo. Si dai tre autori, tre libri: Stephen King “IT” J.D. Salinger “Il giovane Holden” J.R.R. Tolkien “Il signore degli Anelli”
E allora, non resta che partire tutti insieme, destinazione California.