“Come grano che biondeggia al sole” è una silloge che ci è piaciuta subito, fin dalla prima lirica, fin dai primi due versi: “Non sono capace / di vivere in superfice”. Un’opera che parla di rinascita, del ricostruire le proprie emozioni, di non temere un “sé” racchiuso nell’ombra ma che, anzi, non teme di mostrarsi al sole, per quel che intimamente è. Ed ecco che Liliana Camarda ci parla delle sue risonanze, delle guerre inutili con sé stessi e di come la parola può farsi suono.
Liliana, dicci qualcosa di te.
In realtà, più che dire di me, mi piace che mi si “scopra”, andando oltre la prima immagine di donna in carriera realizzata o di “madre speciale” per arrivare al “cuore” della persona. Insegnante, Dirigente Scolastico, Dirigente Tecnico, nuovamente Dirigente Scolastico, ormai prossima alla pensione (avendo cominciato giovanissima), prima di tutto sono donna e madre di tre figli meravigliosi, che amo profondamente. Ho coltivato sin da piccola la passione per la scrittura che, insieme ad una fede radicata e convinta, di sostanza e non di forma, sono state le mie ancore di salvezza per sopravvivere a giorni bui e al dolore.
In dieci parole: perché dovremmo leggere la tua silloge?
Perché il cuore entra in sintonia, percependone intimamente le emozioni. Oltre le dieci parole, amo la poesia che arriva al cuore di chi legge con immediatezza, che non comporti “fatiche mentali” o dubbi e interpretazioni di espressioni criptiche, frutto di culto esasperato di frasi d’effetto. Trovo che l’effetto più bello di una poesia sia la risonanza di un’emozione dal cuore di chi scrive fino al cuore di chi legge.
La tua strada per la scrittura è fatta di…
…di lacrime, di sorrisi, di emozioni, di ricordi, di silenzi, di paure, di sogni, di desideri, di vissuti, ma soprattutto di ascolto, di ascolto attento del cuore: del mio, del prossimo, del mondo, dell’universo, di Dio.
Quanto c’è di Liliana in queste poesie?
C’è una Liliana liberatasi dal timore dei giudizi di chi non può comprenderne le scelte di vita, faticosamente divenuta capace di dare parole anche ad emozioni che razionalmente poteva negare a sé stessa (come ha fatto per tanto tempo), perché alla fine si è arresa di fronte al fatto che è solo quando smetti di fare la guerra a te stesso che puoi riconciliarti con la vita.
Come nasce la Liliana scrittrice e poetessa?
La Liliana scrittrice e poetessa nasce da bambina, quando si accorge che dalla sua penna escono parole che a voce non riesce a dire e che non riesce ad esprimere diversamente, come pure le piacerebbe saper fare: un gesto, una carezza, un abbraccio… Poi scopri che l’amore ha diversi modi di manifestarsi. In qualcuno si esprime attraverso i gesti, in qualcun altro esplode dentro… e si fa parola scritta. In qualcuno quella parola si fa suono ed emozione e diventa poesia.
E allora, visto che scrivere è condividere, approfittiamo per leggere le liriche di Liliana e attraversare il suo stupore e la ritrovata consapevolezza.