Siamo persone curiose, qui in redazione. E avere in uscita nell’arco di poche settimane due romanzi scritti a quattro mani, ci ha sollecitati a scoprirne di più.
Roberto, Claudio… diteci qualcosa di voi.
R: Mi chiamo Roberto Ricci. Ho 58 anni. Sono nato e vivo a Ancona dove svolgo da quasi 30 anni la professione di parrucchiere. Dopo la vittoria nel 2012 a un importante concorso letterario, ho intrapreso l’attività parallela di scrittore. Ho scritto vari racconti, romanzi e anche soggetti per lo schermo, tutti di genere thriller e horror, le mie grandi passioni. Sono una persona estroversa, ma sto anche molto bene in solitudine. Amo leggere e guardare film. Adoro il mare, i gatti neri e il colore nero. La cosa che più detesto in assoluto è la neve.
C: Mi chiamo Claudio Latini. 41 anni. Ho sempre vissuto ad Ancona, ma ho anche girato molto l’Italia per lavoro. Il mio percorso di formazione è un po’ particolare: ho studiato recitazione nel Teatro Stabile delle Marche, poi sceneggiatura cinematografica e regia, infine design industriale, scienze della comunicazione e marketing. Tutti ambiti nei quali è fondamentale capire le persone ed entrare in empatia con loro. Lavoro a Castelfidardo nel campo del marketing operativo da circa 15 anni, ma non ho mai abbandonato l’amore per lo spettacolo e per la creatività. Sono una persona solare e mi piace molto fantasticare, ma poi torno con i piedi per terra e divento molto pragmatico. Sono cintura nera di film horror e thriller degli anni ’80 – ’90 (di alcuni cult conosco le battute a memoria).
Da dove nasce l’idea di scrivere un romanzo insieme?
R: Ci siamo incontrati sul set di un lungometraggio dove abbiamo collaborato alla scrittura del soggetto. Io avevo un’idea interessante e abbiamo deciso di lavorarci insieme, inizialmente come sceneggiatura per un film. Poi, abbiamo trasformato il tutto in romanzo.
C: Avevamo già maturato l’idea di fare qualcosa insieme, ma abbiamo parlato per la prima volta del progetto un giorno in cui ero andato a tagliarmi i capelli da lui. Mi disse che aveva in mente un titolo d’impatto, molto evocativo (“4 topi…”), ma la storia non era ancora ben definita. Quel giorno sono tornato a casa con i capelli più corti, ma molte idee che mi frullavano in testa.
La vostra strada per la scrittura è fatta di…
R: La mia è fatta di grande passione, nonostante conosca bene le difficoltà per un autore sconosciuto di farsi leggere e apprezzare.
C: Io invento storie da quando avevo 12 anni: ho cominciato facendo il master dei giochi di ruolo horror–fantasy e non ho mai smesso. Per me la scrittura è un gran divertimento, che sia per il cinema, per il teatro o per il mio lavoro nel marketing. L’importante è dare libero sfogo all’immaginazione.
Una curiosità: qual è la vostra tecnica per scrivere a quattro mani?
R: Abbiamo diviso equamente i compiti. Io scrivevo i vari capitoli, e Claudio faceva praticamente l’editing, tagliando, modificando, aggiungendo le sue idee e controllando i vari refusi che capitavano qua e là. Mi rinviava il suo lavoro e dopo aver trovato un punto d’accordo, proseguivo nella scrittura. In questo modo il lavoro è scorso bene e senza alcun problema.
C: La storia è stata sviluppata per poter essere utilizzata come base per scrivere una sceneggiatura cinematografica. Quindi abbiamo utilizzato le tecniche di scrittura classiche del cinema: siamo partiti da una scaletta delle diverse scene, modellando le idee di Roberto e le mie in un puzzle coerente, quasi come fosse un trattamento da presentare a un produttore. Individuata l’idea centrale di ogni capitolo, ce li siamo divisi per procedere con la stesura, ritoccando l’uno il lavoro dell’altro. Uno dei miei maestri di scrittura mi diceva sempre che “lo scrivere è soprattutto riscrivere”, limando pian piano il materiale grezzo. Roberto ha molta più esperienza di me nella scrittura e un entusiasmo coinvolgente, perciò è stato un vero piacere collaborare con lui. Il risultato è una storia molto agile e visiva.
A parte i vostri progetti individuali, ripeterete l’esperienza?
R: Ci siamo trovati molto bene. Se il libro piacerà e avrà successo, perché no? Se avremo la giusta ispirazione potremmo anche tornare a scriverne un altro insieme.
C: Per questo genere siamo molto in sintonia, quindi credo che sia possibile. Inoltre è stato un piacere sviluppare il libro con lui, cosa che non è affatto scontata quando si collabora in ambito artistico.
In poche parole: perché dovremmo leggere il vostro giallo?
R: Perché è un giallo intriso di mistero, sangue, paura e quel pizzico di erotismo che non guasta mai. Il romanzo ideale di chi ama il thriller a tinte forti.
C: Perché è una storia concentrata e intrigante, che si lascia guardare come un film. Tra piste da seguire, momenti di tensione e qualche inaspettato colpo di scena, il lettore si può calare nei panni di un detective per qualche ora di lettura da brivido.
Abbiamo poco da aggiungere, se non che noi la curiosità di leggere il romanzo ce la siamo tolta.
E ora tocca a voi, lo trovate cliccando QUI.
La Redazione